Marvel & DC The Dark Alliance

1° Fan Fic Contest, Iscrizioni & Contest

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~Elle~
view post Posted on 15/7/2008, 14:21




Ecco qui il primo Fan Fic Contest, iscrivetevi in tanti per partecipare o valutare le storie!!

Ecco la lista dei partecipanti:

Giudici:



  1. Elle

  2. Egghy


Partecipanti:



  1. Joker

  2. Alexs9

  3. |Fantom

  4. Andrea


Domani a questa ora si chiudono le iscrizioni e dopo una settimana (o meno, dipende dai partecipanti) si potrà già mostrare i propri lavori che verranno subito valutati dai giudici.

minimo partecipanti: 3
oppure verrà rimandato

Le storie appena compilate potranno essere postate qui ^^

Edited by ~Elle~ - 19/7/2008, 19:03
 
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view post Posted on 15/7/2008, 19:17
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– E l'inferno è certo.

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Mi iscrivo.
 
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Alexs9
view post Posted on 18/7/2008, 14:49




Vorrei iscrivermi anche io...
 
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~Elle~
view post Posted on 18/7/2008, 15:17




Ottimo.

Deve essere la nuova grafica :asd:

cmnq niente, di giudice ci sono solo io, Alex puoi già cominciare a scrivere la storia poi se verrà un terzo bene se no potete postare poi le leggo e decido ^^
 
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view post Posted on 18/7/2008, 19:20
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– E l'inferno è certo.

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Non di nuovo!

Protagonista: Batman.

Sono passati trent’anni. A volte penso che quello che successe a me non possa più accadere. Mi sbagliavo. A volte dimentico quanto è stupida l'umanità... quanto è cattiva... quanto è disperata… e tutte le tre cose insieme. E così mi ritrovo davanti a uno specchio che riflette quello che ero. Mi ritrovo davanti al vicolo che ho ripercorso tante volte nella mia vita, nella realtà e nel sogno. Vedo un bambino che piange, non sa quello che sta succedendo, è spaesato. Attorno a lui due corpi. Sangue. Un uomo, se così si poteva chiamare, che scappa... non l'avrei permesso. Mi gettai contro di lui, con un ira d'entro di me altissima, l'impulso di ucciderlo era forte... ma non l'avrei fatto, perché era l'unica differenza tra noi due. Lo atterrai con un pugno, facendolo svenire. Poi mi avvicinai al bambino, mettendogli le mani sulle spalle e girandolo, per non fargli vedere quello scempio. Mi guardò. Aveva occhi pieni di innocenza, erano lucidi e due lacrime gli stavano rigando il volto. Le asciugai con le mani, poi mi piegai e lo abbracciai... senza rendermene conto iniziai a piangere anche io. Volevo confortarlo, dirgli che andava tutto bene, ma sapevo che non era vero. Io non ci avevo creduto quando mi successe. Erano anni che combattevo il crimine, eppure non riuscivo a salvare chi era veramente in pericolo. Mi chiedo cosa possa aver portato quell'uomo a fare quello che ha fatto... forse non aveva trovato modo migliore per vivere che il rubare, forse era una persona cattiva... palle. Nessuna persona nasce cattiva. Probabilmente è un uomo che ha perso il lavoro, o che non riesce a vivere con pochi soldi, attualmente la società rende impossibile le mie ronde. In ogni dove vedo persone che si danno la macchia perché ritengono che possa fargli guadagnare di più che lavori normali. La gente è disperata, non basta un simbolo per farli andare avanti. Non gli bastano persone con super-poteri. Sono stanchi dei battibecchi tra noi e i supercattivi. Perché sono loro i veri eroi. Sono loro quelli che si buttano nelle fiamme per salvare una persona ferita armati soltanto del loro coraggio, sono loro che lavorano in una fabbrica col rischio di morire ogni giorno. Rincomincio a guardare il bambino, sta capendo quello che è successo. Non sapevo cosa dirgli. Probabilmente promettergli che avrebbe avuto una vita normale sarebbe stato un errore, quel bambino non sarebbe mai più stato normale, non dopo quello che era successo. Io stesso non riuscivo a seppellire il passato dopo trent’anni. Sento le sirene della polizia suonare, sono stati avvertiti dello sparo. Mi alzo, mi asciugo le lacrime e per un secondo mi chiedo cosa avrebbe fatto Il joker se mi avesse visto in lacrime. Chiudo gli occhi al bambino con la mano, e mi avvicino all’uscita del vicolo. Una pattuglia si ferma davanti a me. Scesero due uomini. Non fecero domande, era tutto lampante. Uno prese il bambino, lo caricò sulla macchina e cercò di confortarlo, l’altro mi si avvicinò:

“Non potevi fare altro, non potevi prevedere quello che sarebbe successo”.

No, non potevo. Tirai fuori il batrampino dalla cintura e lanciai la fune sopra il tetto, e ricominciai la ronda, più motivato che mai ad impedire altri scempi. Non potevo prevedere, ma potevo impedire, non avrei più permesso una cosa del genere, non finchè sarei stato vivo.
 
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Alexs9
view post Posted on 18/7/2008, 20:48




Civil War: La sofferenza della perdita

Protagonista: Iron Man e Capitan America

Tony Stark, o meglio conosciuto come Iron Man, era divenuto il direttore dello S.H.I.E.L.D. dopo Civil War, carica prima detenuta dal celeberrimo Nick Fury, svanito però nel nulla. Molti azzardano che egli abbia smesso di occuparsi di queste mansioni e di aver deciso di intraprendere una vita tranquilla e ordinaria, altri ipotizzano che operi ancora in aiuto dello S.H.I.E.L.D. nell’ombra.
Tony Stark possiede tutto: donne, soldi, potere e rispetto.
Qualcuno si chiede cosa si possa avere di più di questo e c’è chi pagherebbe per essere come lui. Ma lui lascerebbe quasi tutto per una persona. Una delle persone più care a lui, quel amico che si ha da sempre e che se si perde si perde anche un pezzo di se stesso.
Quella persona è Steve Rogers, o meglio, Capitan America.
Ma la cosa che più non riesce a perdonarsi è che la sua morte è in gran parte opera sua, a causa di una legge stipulata dal governo dove i supereroi dovevano togliersi la maschera e registrarsi con il proprio nome. Ciò aveva spaccato in due fazioni i supereroi: la prima, capitanata da Iron Man, erano favorevoli alla registrazione, mentre la seconda, capitanata da Capitan America, erano contro la registrazione.
Al termine delle numerose battaglie Steve si era arreso, rendendosi conto a che cosa aveva portato tutto ciò: solo morte e distruzione. Ne seguì un processo a Capitan America, e durante questo processo lui stesso venne assassinato da Crossbones, arrestato subito dopo l’omicidio.
L’America finì nel panico alla saputa della morte di uno dei più grandi supereroi che sia mai esistito. Ma chi più ha sofferto è Iron Man, che si porta ancor ora un fardello pesantissimo sulle spalle. E lui l’arteficie della sua morte. Della morte del suo amico, con cui aveva combattuto mille e mille battaglie.
Ogni giorno Iron Man nel prendere le decisioni pensa sempre se sia giusto o sbagliato, ripensando sempre a quel fatidico giorno, e sperando che tutto ciò che è successo sia solo una falsa, o che sia un brutto incubo, da cui vi è difficile svegliarsi, ma non è così. Purtroppo.
 
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~Elle~
view post Posted on 18/7/2008, 21:16




oki adesso aspettiamo se vogliono partecipare altri.

cmnq complimenti ad entrambi, sarà difficile scegliere
 
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view post Posted on 18/7/2008, 21:29
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posso fare il giudice?
 
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|Fantom
view post Posted on 18/7/2008, 21:33




mi iscrivo!
domani posto la mia... ovviamente Devil protagonista
 
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~Elle~
view post Posted on 18/7/2008, 21:36




fatto ^^
 
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|Fantom
view post Posted on 18/7/2008, 23:15




Sei solo un pedone, io voglio il re

Ore: 16.30
Corte di giustizia, aula 3


Sempre i soliti, si presentano boriosi e superbi, forti di chissà quale protezione, si credono dei duri, gente che non ha paura di niente, ma non sanno di essere solo la manovalanza, pedoni sacrificabili di una strategia più complessa. Marv è il suo nome, un uomo di trentaquattro anni, convinto di guadagnare qualche extra scarrozzando cocaina mal tagliata in giro per tutta New York, ma ha fatto tre errori, tre errori che gli sono costati caro e che potrebbero cambiare la sua vita in peggio o in molto peggio a seconda della sentenza. Per prima cosa ha scelto di passare dal lato sbagliato della legge, primo errore, in secondo luogo ha venduto la sua roba a un ragazzo di quindici anni, causandone la morte, e questo è il suo secondo errore e infine, terzo e ultimo errore, il più grave, ha fatto tutto questo a Hell’s Kitchen e in questo quartiere il crimine paga sempre in un modo o nell’altro.
Il mio nome è Matt Murdock e rappresento i genitori di quel povero ragazzo e, più in generale, tutti quelli che non possono difendersi da soli contro le persone troppo potenti che pensano di farla sempre franca. Anche questo Marv ne è convinto, qualcuno paga per lui, qualcuno talmente ricco, o talmente in alto che può permettersi di finanziare un criminale già indagato e quasi per certo condannato. Questo Marv è solo un pesce piccolo, io voglio la portata principale, voglio quello che sta dietro tutta questa faccenda, deve pagare e sarò io a punirlo, cancellerò i miei impegni di questa sera.
In aula mi faccio valere, espongo le mie prove e faccio un bel discorso alla giuria, il mio lavoro lo faccio, ora toccava all’avvocato che difendeva il farabutto fare la sua parte e poi, per ultimo, sarebbe stato il turno della legge, che avrebbe dovuto fare l’ultima parte del lavoro: condannarlo.
Viene condannato.
Era ovvio, ma non mi bastava, dovevo risalire il fil rouge e arrivare al pezzo grosso e allora sì che avrei potuto far valere la mia giustizia, la giustizia di un diavolo cieco, che vigila sul quartiere, ora e per sempre.

Ore 22.00
Tabaccheria sulla 5th Avenue


Indosso il mio costume, rosso, nella notte mette paura ai criminali, ormai mi conoscono e sanno che non perdono, giudice e giuria insieme e la sentenza è sempre una e una sola: colpevole.
Ho bisogno di informazioni e a Hell’s Kitchen basta che imbocchi il vicolo giusto e puoi trovare di tutto, ma nessuno è informato quanto Joe, tabaccaio ora, prima lavorava a stretto contatto con Kingpin, prima che mettessi fine ai suoi affari. Ora è pulito, un bravo ragazzo tutto sommato, ha scontato la sua pena e ora si tiene lontano dai guai, ma si tiene informato: non c’è attività illecita di grosso calibro su tutta la costa orientale degli Stati Uniti di cui lui non venga a conoscenza. In qualche modo mi farò dire quello che sa, so essere persuasivo e questa sera ho particolarmente fretta. Lo trovo nel suo negozio, ancora non ha chiuso, come se mi stesse aspettando. Rimango dentro il negozio per circa dieci minuti, forse anche qualcosa meno, giusto il tempo per mettergli paura e farmi raccontare gli ultimi pettegolezzi sulla cocaina.
Quando esco ho un nome e un indirizzo: Falcone, Jazz’s.
Un brutto nome e un brutto locale, ma la domanda era: perché quel tizio era venuto a New York e in particolare a Hell’s Kitchen, perché aveva scelto di estendere la sua rete di illeciti anche lì, dove ormai tutto era fuorché legale? Domande inutili, quanto le lo relative risposte. A me bastava il suo nome e dove alloggiava, l’avrei spedito a casa, l’avrei ucciso, l’avrei fatto arrestare, in ogni caso nessuno dei miei propositi necessitava di altre risposte.

Ore 23.00
Jazz’s


Arrivo dai tetti, nascosto nel fumo che di notte sale dai comignoli e al riparo nel nero mantello della notte, l’uomo senza paura stava per avere la sua vendetta. Il locale era affollato, pieno di giovani, adulti, donne, prostitute, la peggio cittadinanza di tutto il quartiere e probabilmente molti non erano neanche cittadini, ma immigrati, criminali immigrati al soldo dei potenti signori della mala newyorkese. La porta sul retro è sorvegliata da due guardie, due grassoni che si sentono dei duri solo tenendo in mano un fucile a canne mozze, neanche mi sentono arrivare che sono già per terra, svenuti, senza armi. Fin troppo facile. Dei grassi energumeni senza cervello, mezzi ubriachi e con l’ormone a mille, probabilmente non sarebbero neanche riusciti ad alzarlo quel cannone, figuriamoci combattere contro di me, Devil.
Entro.
La stanza è rumorosa, piena di gente, con un grosso ventilatore sul soffitto, talmente tante vibrazioni che riesco quasi a “vedere” perfettamente. Comincio a picchiare tutti quelli che i si fanno incontro, cominciando da un tizio a lato della porta. I proiettili cominciano a fendere l’aria, ma sono rumorosi e non mi colpiscono, mi sposto sempre in tempo. Il mio senso radar, a volte mi chiedo come farei senza, funziona un po’ come il rallenty del videoregistratore, sento il proiettile mentre si sistema nella canna e poi lo sparo, ma io non ci sono già più.
Quello che rimane non è n bello spettacolo, molti sono morti, uccisi dai loro stessi compagni, da proiettili vaganti sparati per cercare di colpirmi, altri sono a terra, si contorcono dal dolore, ma a me non interessano, io voglio lui e sicuramente è la, dietro quella porta in fonda alla stanza: riesco a sentire il cuore battere frenetico, spaventato, è solo, i suoi uomini me li ha già mandati e io li ho stesi, non può più nulla contro di me.
Raggiungo la porta, sono arrivato all’altra estremità del filo rosso che collega Marv a Falcone, era ora di mettere la scritta fine a quella storia. Apro la porta lentamente, lui ha una pistola e la usa tutta subito, sciocco, inutile criminale, richiudo la porta e sento i colpi infrangersi contro, una porta blindata. Sento quindici colpi, un caricatore intero e poi si sente il “clic” di quanto si tira il grilletto a vuoto. E’ il mio momento.
Mi fiondo nella stanza e gli tolgo la pistola, ora è inerme, ansima dalla paura, ma vuole fare ancora il duro, mi minaccia, minaccia me e la mia famiglia, minaccia il mio quartiere, minaccia di farmela pagare, ma non sa chi sono e per il momento sarò io a farla pagare a lui.
In lontananza sento le sirene della polizia, dannazione stanno già arrivando, non ho tempo di occuparmi per bene di lui, ho tempo solo per un paio di pugni, tanto per scaricare la mia rabbia, gli rompo il naso e sento incrinarsi due costole, gli spezzo una gamba, poi l’altra, la rabbia mi pervadeva in quel momento, una furia ceca come me, alla fine lo lascio a terra, a perdere sangue dal naso, senza la possibilità di ergersi dal suolo.
-Non tornare più a Hell’s Kitchen e, se scapperai di prigione, ti verrò a cercare e non ci andrò tanto leggero-
Me ne vado, devo medicarmi e soprattutto non devo farmi prendere dalla polizia, non apprezzano il mio lavoro.
Per questa notte giustizia è stata fatta.


 
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andrea12892
view post Posted on 19/7/2008, 17:50




mi iscrivo o_o
 
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~Elle~
view post Posted on 19/7/2008, 18:03




ok chiudo le iscrizioni fai pure la storia
 
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andrea12892
view post Posted on 20/7/2008, 09:47




Cap torna tra noi
SPOILER (click to view)
legenda: "pensato", se colorato, è parlato
Protagonisti: Iron man, Thor, Spiderman, Capitan America, Mefisto


Asgard ore 9:00
Dopo il recente ritorno del dio del tuono nel mondo dei vivi, e poco dopo lo scontro con Stark, Thor, il re di Asgard decide di tornare all'azione e di fare qualcosa per rimediare a ciò che è successo durante Civil War.

Base dello S.H.I.E.L.D. ore 9:45
Tony Stark, alias Iron man, stava riposando tranquillamente nel suo letto, quando sentì un fulmine che squarciò il silenzio nel cielo, "Questo non può essere che Thor, mi sta chiamando, devo fare qualcosa!", così in pochi minuti si mise la sua armatura e si avviò verso la terra madre del dio.

New York ore 9:45
Spiderman, o meglio, Peter Parker, stava dormendo silenziosamente nel suo letto, quando fu svegliato da un fulmine dal suono impressionante, "Oddio, che cos'è, sarebbe mio compito andare a controllare, ma non ho voglia quindi mi rimetto a dormi... ", spiderman non fece in tempo a completare la frase che vide un secondo fulmine, "Ok, ok amico io stavo scherzando", indossò il suo costume e si avviò verso la zona da cui provenivano i fulmini.

Asgard ore 10:15
Iron man una volta arrivato alla terra madre di Thor salì e andò a cercare il dio, intanto Spiderman ormai ai piedi di Asgard aveva capito che c'era Thor di mezzo"Chissa cosa vuole Thor, avevo sentito che era tornato, ma non pensavo volesse creparmi di mazzate!!", entrò nella mitica terra, e vide Stark: "Cosa!!! Iron Man, allora non sono da solo", Iron Man sentì le parole del ragno e si girò "Tu! Cosa vuoi? Ora ti sistemo!", ma nel momento in cui i due stavano per venire alle mani apparve il Mitico Thor, che fermò la contesa, "Vi ho chiamato per un semplice motivo: Vorrei che voi due, i protagonisti della guerra civile, faceste qualcosa insieme al sottoscritto per rimediare alla morte di Capitan America, ma prima dovrete mettere da parte il vostro odio!!".
A queste parole Spiderman si fermò un attimo per riflettere, quando Ironman "se si può fare qualcosa per rimediare ai nostri errori sono disposto a farlo", [colo=red]Ok, va bene, se si può fare qualcosa per rimediare agli errori di questo ammasso di latt..[/color], disse Spiderman, ma si fermò un secondo poichè aveva notato che Thor stava per agitarsi"...Va bene ho capito, per rimediare ai nostri errori!!!, così entrarono tutti e tre nel palazzo del dio per trovare una soluzione.
Una volta entrati Spiderman disse: "cosa pensi di fare Thor?", "Io pensavo di rivolgermi a Mephisto, soltanto non so cosa chiederà in cambio", e Iornman: "Tanto vale provare, no?", "ok, allora lo contatterò con i miei poteri sovrannaturali...".
Poco dopo apparve lì Mephisto in persona: "Che cosa volete da me stupidi Heroes?", "Vorremmo trovare un modo per riavere tra noi Cap, potresti aiutarci per favore", disse Ironman quasi commosso, "mmm... fammi pensare, ok ci sono, allora dovrete riuscire vincitori dallo scontro contro...voi stessi, ma nel caso non ci riuscirete, raggiungerete Cap all' altro mondo, muahahahahah!!!"detto questo svanì e al suo posto apparvero uno Spiderman con costume nero, un Ironman, che indossava la stessa armatura usata contro lo sfregio verde, e un Thor, vestito in un modo mai visto prima.
Così i tre iniziarono a lottare e capirono subito che ad ogni colpo che sferravano, ne ricevevano uno altrettanto potente, così Thor ebbe un idea: "Non possiamo combattere contro noi stessi, spiderman tu ora non muoverti e cerca di attutire i colpi come meglio puoi!!", così il dio si scaraventò con una furia spaventosa, verso il falso ragno, così che dopo un pò di colpi il ragno si accasciò a terra privo di vita.
Intanto il vero Spiderman era a terra esausto, ma nonostante la portata dei colpi lui era ancora in vita, nel frattempo Thor stava per andare ad abbattere anche il falso Ironman, ma poco prima di sferrare il primo colpo si fermò poichè era stanchissimo, si girò verso ironman e vide il falso Thor al tappeto privo di vita, "scusami Thor, ma è colpa mia se voi state combattendo questa battaglia, ora volgio rimediare da solo al più grande errore della mia vita, Cap spero che tu possa perdonarmi!!!!!!!", così Stark si gettò con una cattiveria assurda verso il proprio colone, e dopo qualche minuto di scontro, stanchissimo, riuscì a prenderlo alle spalle e a disattivare tutti i circuiti principali dell' armatura, "Io ho creato questa armatura, credi che non sappia i suoi punti deboli?", detto ciò Ironman si sdraiò sulla terra di Asgard privo di sensi, così che poco dopo non potè assistere al ritorno di lui...Capitan America.
Una nuvola di fumo avvolse i tre sconfitti, e al loro posto apparve Cap, Spiderman e Thor rimasero ammutoliti, "C...Ca...Cap!!!", "sei di nuovo dei nostri, ma il merito è soprattutto di Tony, è stato lui a farti tornare tra noi!", "Grazie ragazzi, non so come ringraziarvi, ora porto Tony con me, lo riaccombagno alla base, alla prossima!!", detto ciò Cap prese Ironman e si allontanò da Asgard.
Poco dopo anche Spiderman salutò il dio e tornò a casa, per riposarsi un pò dopo la lotta appena sostenuta, nel frattempo Thor: "finalmente tutto torna alla normalità".
 
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~Elle~
view post Posted on 20/7/2008, 10:24




ok io e Egghy ci dobbiamo metere d'accordo su msn cosi nessuno potrà vedere i discorsi :omg:
 
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16 replies since 15/7/2008, 14:21   349 views
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